Welcome!!!!!!

Benvenuti nel mio giardino al profumo di fragola, spero siate golosi perchè ho intenzione di coccolarvi con dolci pensieri.....

lunedì 4 aprile 2011

Uno, nessuno e centomila.

Pirandello è tra i miei autori preferiti, lo leggo e lo rileggo spesso, trovo che abbia un modo davvero speciale di descrivere la realtà: ironia, profondità; i suoi racconti si arricchiscono di sfumature che ti fanno assaporare parola per parola, che ti fanno vivere nella quotidianità le vicissitudini dei personaggi che descrive.
Una delle opere che preferisco è "Uno, Nessuno e Centomila".
Vitangelo Moscarda è un uomo che conduce una vita normale, quasi monotona, senza grandi avvenimenti pronti a scombussolare la sua esistenza. La sua vita procede tranquilla fino a quando la moglie Dida non gli fa notare un piccolo difetto: il suo naso pende leggermente verso destra. Da quel momento in avanti Vitangelo si accorge che le persone che lo circondano vedono difetti in lui di cui Moscarda era perfettamente all'oscuro. Si rende conto di non essere più lui ma di essere uno per ogni persona che incontra e per ogni azione che compie. Vitangelo comincia a compiere azioni bislacche, fino al punto di passare per matto agli occhi di chi lo conosceva prima. Finirà i suoi giorni solo in un ospizio, paradossalmente più felice di prima, nel tentativo di liberarsi di quell'Uno, di quei Centomila e di diventare, per sè e per gli altri, Nessuno.
Com'è tutto vero questo, da quando ho letto per la prima volta quest'opera c'ho pensato spesso a come siamo e a come ci comportiamo in maniera diversa a seconda delle situazioni che viviamo o delle persone che incontriamo. Indossiamo sempre qualche maschera, la maschera della diffidenza quando abbiamo il sentore di non poter lasciarci andare, la maschera dell'allegria davanti al dolore di chi amiamo per non far pensare loro che stiamo soffrendo e che abbiamo paura di perderli, la maschera dei duri quando dobbiamo difendere qualcuno che riteniamo troppo debole per difendersi da solo, la maschera dell'accettazione quando un capo ci da ordini che non condividiamo ma che non possiamo non eseguire. Ma soprattutto quante persone diverse siamo per le persone che ci circondano? E quante volte indossiamo una maschera con noi stessi per paura di conoscere davvero chi siamo? Ma c'è un momento in cui tutte le maschere cadono giù e fanno vedere il proprio io? C'è un momento in cui il dolore prende il sopravvento, il riso e la gioia di stare con gli amici fa crollare ogni difesa perchè ci sentiamo a nostro agio e ci fidiamo, quando ci guardiamo allo specchio e non ci limitiamo a vedere il nostro viso ma siamo capaci di guardare un pò più a fondo, un pò più vicino alla nostra anima.Forse è quello il momento in cui siamo noi il nostro io e non siamo costretti ad indossare nessuna maschera.
Buona serata a tutti!!!!

4 commenti:

  1. credo sia la cosa più difficile restare sè stessi in ogni circostanza: abbiamo bisogno, o crediamo di avere bisogno, del consenso degli altri e per averlo siamo disposti a cambiare modo di essere continuamente per attirare più simpatie possibili!

    RispondiElimina
  2. Già. Probabilmente non siamo fatti per rimanere isole. Spesso relazionarsi con gli altri ed avere il loro consenso è una necessità vitale. Del resto è forse la cosa più difficile avere la compagnia di noi stessi. Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Ho citato le maschere di Pirandello nel mio blog giusto qualche post fa...che meraviglioso racconto Uno, nessuno e centomila....uno di quelli che ti costringono a leggere a scuola ma che fanno riflettere un sacco!
    Complimenti per il blog!

    RispondiElimina
  4. Ciao Daniela, innanzitutto benvenuta e grazie per i complimenti. Si Pirandello merita davvero di essere letto io mi sono innamorata delle sue opere e di questa soprattutto dal primo momento.
    A presto, un abbraccio!!!!!

    RispondiElimina