Welcome!!!!!!

Benvenuti nel mio giardino al profumo di fragola, spero siate golosi perchè ho intenzione di coccolarvi con dolci pensieri.....

venerdì 28 gennaio 2011

Lentamente muore


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità
Martha Medeiros


Non conoscevo questa poesia erroneamente attribuita a Neruda, mi è piaciuta tantissimo e volevo condividerla con voi.
Un abbraccio a tutti.

giovedì 27 gennaio 2011

E d'ora in poi chiamatemi MAFALDA......

Ci sono giorni  che sentiamo la necessità di cambiare qualcosa in noi che non siano solo le mutande, cosa che si spera vengano cambiate quotidianamente, qualcosa di piccolo, con poco valore che però trasformandoci un pò esternamente ci fa sentire un pò meglio con noi stessi. C'è chi decide per lo shopping, e magari con un paio di stivali nuovi, in pelle nera, con tacco dodici, si sente un pò più vamp pur rimanendo se stessa. Piccole sicurezze, innocue, quasi sempre, che ci mettono in pace con il mondo.
Di solito si dice che quando finisce un rapporto d'amore le donne tendano a modificare il loro look partendo magari da un taglio di capelli, o dal cambio di colore o perchè no se la storia ha lasciato davvero il segno da tutte e due.
Bè sei mesi fa quando mi sono lasciata, ho tagliato i capelli, per il colore ho lasciato stare dopo che la parrucchiera sentendo le mie richiese, assai bislacche, si è rifiutata in modo assoluto di mettermi le mani in testa.
Devo dire che anche se non sono stata accontentata in pieno, forse meglio così, avere tre colori in testa sarebbe stato un dolore eccessivo da sopportare e nessun ex merita tanto, per un paio d'ore il mio nuovo taglio mi ha fatto stare bene, solo per un paio d'ore però. Così la settimana scorsa ho deciso che da liscia dovevo diventare mossa e miracolo dei miracoli a fine lavoro mi trovavo davvero carina, allora perchè non ripetere l'esperimento?
Lunedì, l'unica parrucchiera aperta ad Alassio, mi fiondo dentro con il sorriso "DURBANS" pronta a ricevere la nuova Valentina, quella un pò più frivola, che decide di non riflettere troppo, di divertirsi un pò di più e di trovare la felicità in qualcosa di veramente effimero come una nuova pettinatura. Perchè a volte cercare la felicità nella profondità dell'anima è un discorso troppo serio e complicato da fare con se stessi che attaccarsi a piccole cose ci fa sentire un pò più leggeri.
Ahhhhhhhh, grido di dolore. Ero tutta un boccolo, volevo sprofondare, il mio viso per nulla piccolino, sembrava una mongolfiera che non ha ancora toccato terra o peggio ancora un quadro anni trenta. Non ho ben chiara l'espressione quando ho tirato su la testa e mi sono guardata allo specchio ma so che dev'essere stata abbastanza convincente perchè la parrucchiera prontamente mi ha detto "Non ti preoccupare poi scendono" ma da dove devono scendere? Sembro una bomboniera. Non sono capace a lamentarmi, purtroppo, così sono andata a casa con il desiderio di buttarmi sotto la doccia.
Vi dico solo che appena messo piede in casa mia sorella mi guarda ed esclama "E'arrivata Mafalda!!!!!"
Come se non bastasse l'indomani mattina la mia amica Elena incontrandomi mi ha salutato con un bel "Ciao Mafalda", allora sapete cosa vi dico? "D'ora in poi chiamatemi Mafalda", se non era il look da dover cambiare forse era il nome?
Un abbraccio a tutti.

martedì 25 gennaio 2011

Grazie, prego, scusi.....e magari buongiorno.

Ci sono piccoli piaceri quotidiani che davanti alle cose grandi della vita assumono un valore enorme. Diventano quasi irrinunciabili e rendono le nostre giornate un pò piacevoli.
Tra queste cose irrinunciabili c'è la mia colazione. E pensare che quando andavo a scuola pur di rimanere nel letto, sotto il piumone, ancora nel mondo dei sogni, rinunciavo a questo buongiorno mattutino. Mi alzavo sempre all'ultimo, mi preparavo con la velocità della luce e correvo a scuola e allora di irrinunciabile c'erano le chiacchierate prima del suono della campanella con i miei compagni di classe. Come sono lontani quei momenti e come sono ancora fortemente presenti nei miei ricordi.
Ora al mio caffè mattutino non potrei davvero fare a meno e la mia colazione dev'essere rigorosamente al bar, perchè prima di entrare al lavoro avere un contatto con qualche essere umano con cui scambiare le prime parole del giorno in piena rilassatezza è per me di fondamentale importanza. E si ammetto che tutti i giorni la colazione al bar ha un costo ma rinuncio volentieri ad un paio di scarpe in più al mese ma non al mio saluto quotidiano con quelli che ormai sono gli amici del bar.
Stamattina sono stata fortunata al bar sotto casa dei miei ho incontrato Elena e Marco ed è stato inaspettato ma piacevolissimo perchè ho scambiato due parole con loro e ci siamo fatti insieme un caffè di risate prima di chiuderci ognuno tra le quattro mura del proprio lavoro che sa un pò meno di caffè e compagnia ma che serve per potersi permettere se non la compagnia sicuramente il caffè. Ieri però che era lunedì il bar sotto casa dei miei era chiuso così sono andata in un altro bar dove ormai con la ragazza che ci lavora sono entrata in confidenza. Bè per farvela breve mentre ero lì a prendere il caffè è entrato un signore che non avevo mai visto.....questo "simpatico" avventore entra e senza dire nemmeno buongiorno chiede a labbra quasi serrate "un caffè" senza nè grazie nè per favore e senza soprattutto nemmeno un sorriso e un cenno di saluto. Prende il suo caffè, mette un euro sul bancone prende ed esce senza dire nemmeno arrivederci. Siamo scoppiate entrambe in una sonora risata per lo stupore di come si possa essere così maleducati da non dire neanche buongiorno. Ultimamente mi capita spesso: il buongiorno quando si entra in casa di altri, il grazie quando si riceve qualcosa, il per favore quando si ha bisogno di chiedere qualcosa e lo scusi quando si danneggia qualcuno sono diventati "fuori moda" "out". Davvero la buona educazione è un elemento di disturbo nella nostra società? Com' è bello accogliere gli altri con un sorriso, stanno meglio loro e stiamo meglio noi.
Buona notte

lunedì 17 gennaio 2011

Ama la VITA.

Ama la vita

Ama la vita così com'è
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!


E con questa bellissima poesia di Madre Teresa di Calcutta auguro a tutti un buon inizio di settimana!!!!

venerdì 14 gennaio 2011

Aleramo, Adelasia, Alassio e i miei ricordi....



"Secondo la leggenda popolare la principessa Adelasia, figlia di Ottone I di Sassonia, fuggì in Liguria con Aleramo, ch'era stato il suo scudiero e ch'ella aveva sposato contro il volere del padre. Nei pressi di Montenotte una Rocca porta il nome di Adelasia, perché i due avrebbero trovato lì un momentaneo rifugio. In Liguria
Adelasia e Aleramo fondarono l’insediamento di Alaxia, in onore della principessa. Alaxia fu chiamata poi Alassio." 
Facile comprendere il perchè sono affezionata a questa leggenda: vivo qui ad Alassio da trent'anni ossia da quando sono nata, questa è il mio paese e qui c'è la mia gente, quelli che conosco da sempre, quelli che da sempre mi conoscono e se, lo ammetto, spesso qui mi sento stretta e vorrei scappare lontano, in fondo al cuore so che questa è la mia casa e che lo sarà per sempre ovunque io andrò.
Ma per me la leggenda di Aleramo e Adelasia va oltre, molto oltre.
L'altra sera "scartabellando" in un vecchio scatolone rimasto depositato nello sgabuzzino dei miei genitori dopo l'ultimo trasloco, ho ritrovato un vecchio giornalino della scuola risalente al 1997, quando frequentavo il IV anno del liceo linguistico aziendale DB di Alassio.Mamma mia sono già passati quattordici anni da allora, ma nel rivedere quella rivista mi sembra siano passati solo quattordici giorni. 
Sono affezionata a tutti i ricordi delle mie superiori, tutti hanno il periodo più bello della loro vita,, e quello è stato il mio anche se forse allora non lo sapevo.....Ma quell'anno fu davvero speciale. Con la mia classe si era instaurato un bellissimo rapporto di complicità e divertimento ma soprattutto si era creato tra di noi un forte spirito d'iniziativa. insomma pur di togliere tempo alle lezioni e allo studio le trovavamo tutte, avevo sempre qualche cosa di nuovo da inventare. Così un bel giorno alcuni di noi con la complicità della Sciutto (la nostra prof. di Tedesco) e Vittoria, un'insegnante di dizione, Michele, Nadia ed io (la Triplice Alleanza) pensammo bene di riscrivere la storia di Aleramo e Adelasia in forma teatrale per poi in un secondo momento dare ad ogni componente della classe un ruolo e rappresentare il tutto prima della fine dell'anno scolastico. Qualche giorno prima avevo letto su una rivista che il Gaslini di Genova si stava occupando di una malattia infantile chiamata "glicogenosi", una malattia o meglio una serie di malattie che colpisce un bambino su 100.000 nati, una malattia davvero seria e pericolosa che obbliga chi ne è colpito a mangiare continuamente per non cadere in ipoglicemia, con possibili convulsioni e il rischio di finire in coma hanno bisogno di una sorveglianza attenta e continua. Chi è malato lascia sempre negli altri un forte senso d'impotenza, un bambino malato lo lascia il doppio. Così si pensò bene di unire il divertimento di questa nuova iniziativa all'utilità di fare del bene a chi ne aveva veramente bisogno. il Gaslini è vicino a noi così si decise di far pagare il biglietto e di portare il ricavato, sotto forma di giocattoli, ai piccoli pazienti dell'ospedale pediatrico genovese. Fu bellissimo quella sera essere applauditi da amici, familiari, professori, c'avevamo lavorato tanto e fu ancora più bello portare un sorriso a chi di sorridere aveva bisogno. 
Ho svogliato lentamente il giornalino della scuola, che in occasione della rappresentazione teatrale di Aleramo e Adelasia, venne scritto, e così fu poi per tutti i numeri a seguire, da noi studenti e non più dai professori. Ed è bello sapere dopo tutti questi anni che l'eredità sia passata di classe in classe e che ancora qualcuno parla del linguistico aziendale dell'epoca. Un bel ricordo davvero che avevo piacere di condividere con voi. Se è vero che certi momenti non possono più tornare averli vissuti mi permette oggi di ripensarci con affetto e un pò di tenerezza, sempre e comunque con il sorriso, perchè sono i bei ricordi a rendere più leggeri i momenti difficili della vita. 
Un abbraccio a tutti.

martedì 11 gennaio 2011

POZZO SENZA FONDO.....

Ci sono persone che ti rubano l'energia, che ti spremono fino a quando di te non esce più nemmeno una goccia di rassegnazione. Ci sono persone che costruiscono intorno a te un alone ovattata di falsità, di ipocrisia subdola e oscura spesso anche per gli altri. Ci sono persone così brave ad indossare la maschera più appropriata per ottenere quello che di cui necessitano e così li vedi continuamente attori: oggi vittime, domani venditori di bugie, comunque sempre carnefici che con quella faccia da schiaffi e quel modo attraente ti attirano a sè, e tu sei lì pronto sempre a giustificare ogni loro errore, ogni loro atteggiamento, a non colpevolizzarli mai per le loro decisioni sbagliate. Ti fidi di loro quando dicono che il mondo gli gira al contrario, che non è colpa loro per quello che accade, che la prossima sarà la volta buona e voi gli credete e senza neanche accorgervene vi ritrovate a fare quello che loro vi chiedono senza sapere neanche come, per tornare poi soli quando, avendo spremuto fino all'ultimo, voi non avete più nulla da dare e allora non avete più i suoi sorrisi, non vi cerca più perchè non gli servite più. Le persone così sono come dei pozzi senza fondo che a volte anche senza volerlo si attaccano ai più deboli e li trascinano con sè in fondo al pozzo. Loro poi riemergono, cadono in piedi mentre tu resti lì spesso più consapevole che mai che ci ricascherai. Ma è sempre così vero che ognuno è artefice del proprio destino?
Scusate per il post non proprio allegro come mio solito, ma oggi proprio vedo tutto nero, speriamo domani di far tornare un pò di sole, perchè se è vero che il sorriso aiuta ad affrontare la vita in maniera più leggera e facile oggi sarebbe un sorriso falso e mi rattristerebbe ancora di più.
Un abbraccio.

giovedì 6 gennaio 2011

Se l'aglio allontana le streghe......

L'aglio ho scoperto aver una miriade di proprietà: può abbassare il colesterolo,  aiuta in caso di problemi di ipertensione e grazie al suo effetto repellente, come dargli torto, ha proprietà antisettiche (in poche parole gli insetti sentono l'odore dell'agio e ci stanno lontani, poveri è comprensibile ;) ).
Le controindicazioni, pressoché NESSUNA.
Ora chi sostiene tutto ciò o si è limitato a dare mere informazioni scientifiche o non è mai salito in ascensore con un individuo che al posto dell'acqua  e sapone e del profumo di violetta ha fatto un bel bagno in una vasca di aglio.
A me l'aglio non dispiace anche se devo essere certa che dopo averlo mangiato (come rinunciare ad un pesto alla genovese fatto da mamma????) non debba baciare nessuno per le prossime 24 ore, visto che per quanto l'igiene orale sia molto curata l'odore di aglio permane in noi per molto tempo.
Ora mi piace l'aglio, va bene, ma addosso alle persone lo trovo a dir poco disgustoso e nauseabondo, soprattutto se mi trovo costretta a condividerne la presenza in un luogo chiuso e stretto come un ascensore.
Come se già non fosse imbarazzante quel viaggio di trenta secondi con persone a cui generalmente si scambia un sorriso di cortesia sul pianerottolo di casa e qualche parola sul tempo....ma comunicare con un aglio-dipendente può rendere quei pochi attimi un'eternità.
Oggi mi è successo, ho preso l'ascensore, ero già entrata quando un perfetto sconosciuto, che andava a trovare un parente, mi ha urlato di aspettare che sarebbe salito su con me.....come avrei potuto fare orecchie da mercante  e perchè poi, io che attacco bottone con tutti, avrei fatto in fondo solo un'altra conoscenza no?
Vi garantisco che non è stata necessario che il signore in questione, un uomo sulla sessantina, ben vestito e completamente in ordine, aprisse bocca perchè i suoi abiti firmati, le sue mani raccolte nei guanti di pelle nera erano completamente pervasi dall'odore impregnante dell'aglio con cui deve avere avuto un rapporto ravvicinato del terzo o anche quarto tipo. Purtroppo sono un libro aperto e difficilmente per quanto con le parole posso esprimere altro, basta guardarmi negli occhi per capire davvero cosa sto pensando. 
Senza che dicessi nulla, dopo aver abbozzato un mezzo sorriso, tra il cortese e l'imbarazzato l'uomo mi guarda e mi dice: "Si sente tanto vero?" faccio finta di non intendere ma l'uomo non aspetta la mia risposta e facendosi serio continua: "sa oggi è l'epifania e la befana è una strega, in fondo" "ma anche no" penso tra me e me cercando di trattenere il respiro...... "bè sa come si dice" continua lui "l'aglio tiene lontane le streghe e siccome sto andando a trovare mia suocera per farle gli auguri, oggi è proprio la sua festa, spero di tramortirla, visto che malgrado la sua veneranda età, ma soprattutto malgrado la mia età, riesce ancora a farmi perdere le staffe". Credetemi sono scoppiata a ridere e che l'ascensore proprio in quel momento si aprisse per farmi uscire quasi mi è dispiaciuto. Avrei voluto vedere la faccia della suocera.....Ma adesso chi è che lo dice al signore che l'aglio non tiene lontane le streghe ma i vampiri e che per le suocere c'è ben poco da fare??????
Un abbraccio a tutti!!!!

martedì 4 gennaio 2011

Metti una sera una donna a cena......e falle indossare le autoreggenti.....

Quando un uomo invita una donna a cena deve mettere in conto ogni imprevisto anche quello più incredibile.....
Se l'uomo e la donna in questione convivono lui fa prima a mettersi il cuore in pace. Dopo aver bevuto due martini, fumato tre sigarette, salito e sceso di casa almeno dieci volte, quando finalmente lei è pronta per uscire tu, uomo, ti ritrovi a dover fare pipì e lei ti dirà: "Dai, muoviti, ci farai far tardi". Abituatevi per una donna non fa differenza una cena o la prima alla Scala il tempo di preparazione è il medesimo, a meno che non siate sposati da diversi anni o non l'è toccato badare ai vostri figli tutto il giorno.
Se poi l'invito arriva da un uomo ancora da conoscere il discorso è ancora più complesso:
1) la scelta dell'abito: immancabilmente pur avendo un armadio formato famiglia con vestiti adatti per ogni stagione, ogni colore possibile e addirittura ogni misura visto l'aumento e il calo di peso perenne.....immancabilmente, dicevo, per l'occasione non troviamo nulla che vada bene e quindi che si fa? Si chiama l'amica del giovedì, Chiara, o l'amica esperta di shopping, Elena, o qualunque altra amica in grado di evitare una lotta all'ultimo sangue con quella "stronza" che davanti a te ha comprato l'unico vestito che ti sarebbe andato perfetto per il tuo incontro galante. Mi raccomando le amiche in questione non vanno mai chiamate tutte assieme altrimenti se non sono d'accordo tra loro tu puoi anche spararti.....
2) i capelli: improvvisamente il tuo colore è spento, il taglio è pessimo.......eh menomale che c'è Chiara che inquadra subito una bellissima rosa nera da mettere nei capelli.....grandissima!!!!!
3) una volta trovato il vestito devi trovare le scarpe e poi trovare il trucco giusto per la serata: nè troppo provocante nè troppo scialbo......
Così l'altro giorno chiamo la mia amica Chiara e lei prontamente è stata una grande!!!!!!
Il problema è stato quando ha avuto la brillante idea di farmi comprare le autoreggenti: ora sicuramente molto sexy ed intriganti ma avete presente essere alte un metro e un fagiolo? Bè con tutta la buona volontà ma le autoreggenti erano troppo lunghe e dopo tre ore per infilarle il silicone per non fare scendere le calze si è avvolto su se stesso così dopo aver visto sotto il mio vestito una pagnotta sospetta e dopo aver sudato le sette fatidiche camicie ho optato per i collant.
Diciamo che il tutto ha avuto l'effetto desiderato.
E voi donne quanto impiegate a prepararvi per una cena romantica?